La Furia e le Stelle (Saga Del Protettorato - Origini - Include la Fuga Degli Alfieri) by Abel Montero

La Furia e le Stelle (Saga Del Protettorato - Origini - Include la Fuga Degli Alfieri) by Abel Montero

autore:Abel Montero [Montero, Abel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781982932411
Google: VmGIuwEACAAJ
editore: Independently Published
pubblicato: 2018-08-18T22:00:00+00:00


Mitiliano

___

Gli sembrò che il colpo esplodesse nelle orecchie prima ancora che nell'aria attorno a lui. Il rumore assordante assecondò il suo stupore, ne incarnò la potenza, sottolineò la sua incredulità. Ma non fu la pallottola a colpirlo. In un lampo immediatamente successivo a quel gesto, anche la mano sinistra di Winston si mosse, raggiunse il petto di Mitiliano e lo spinse con forza.

Lui sollevò appena le mani per proteggersi, ma il britannico era stato troppo veloce, troppo forte e, con il palmo aperto lo centrò al petto. Chiunque avrebbe avuto difficoltà a restare in piedi dopo un colpo del genere, ma Mitiliano andò a sbattere con i polpacci sulla sedia proprio dietro di lui. Perse l'equilibrio e cadde all'indietro. Una fitta gli trafisse le scapole quando colpì il pavimento di legno. Il mondo fluttuò attorno a lui e il suo sguardo cercò di inseguire la visione che aveva abbracciato fino a quel momento tentando di dargli un senso.

Il giovane soldato non si era fermato. Stava ancora sparando. Lo vide porre la mano che lo aveva appena colpito sotto il calcio della pistola per migliorare la mira. Poi altri due, tre, quattro spari.

Winston stava saldo sulle gambe e prendeva la mira con movenze veloci e chirurgiche. Poi smise e lanciò via la pistola, in un gesto stizzito.

Ha finito le munizioni.

Gli si avvicinò superando la seduta con un balzo e lo guardò con occhi freddi, determinati.

«Stai giù, spagnolo!»

A chi stava sparando? Perché?

Mitiliano annuì e lo seguì con gli occhi. Attratto e allo stesso tempo intimorito rotolò su se stesso e si coprì la testa con le mani. Ma non poté fare a meno di scrutare la scena che si era appena creata sul punto a cui prima dava le spalle.

Tre uomini a terra, freddati da colpi alla testa, al petto, all'addome. Stringevano a loro volta delle armi che non avevano potuto assolvere al loro compito. Un quarto si era portato una mano al torace coperto di sangue, era pallido in maniera spaventosa, barcollava verso la balaustra. Vi si appoggiò di spalle, stremato, sollevando con l'altra mano la pistola.

Stai giù?

Non conosceva Winston, non si fidava di lui. Ma lo aveva appena visto liquidare degli uomini dagli intenti tutt'altro che amichevoli.

Mitiliano si disse che non poteva restare con le mani in mano. Il suo onore ne sarebbe rimasto leso a vita. Poggiò le mani a terra e si mise in ginocchio, sperando di non attirare l'attenzione dell'uomo armato.

Winston stava lottando con un quinto uomo che si era spinto a testa bassa contro di lui. Caricandolo come un ariete e spingendolo al muro.

Il ragazzo schivò un pugno poderoso di soli pochi centimetri. L'assalitore, alto e nerboruto, urlò di dolore sentendo le nocche rompersi dopo aver colpito il metallo della paratia.

Il soldato sfruttò la sua distrazione. Lo colpì con due fortissime ginocchiate all'addome. I fendenti costrinsero l'energumeno a piegarsi in due. Winston ne sorrise soddisfatto, ma la sua espressione mutò di colpo quando scorse il rovescio della medaglia.

Così era un bersaglio facile per l'altro uomo, che in fin di vita, non aspettava che un'occasione simile per fare fuoco.



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